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Archive for marzo 2012

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Cosa non abbiamo detto?

Ci aspetta un futuro impegnativo e chi non lo capisce ne sarà travolto!

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Questo è solo uno degli elementi condivivisi… il resto ve lo faremo vedere!

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Caro il mio Sebastiano,

parlare di talento per una come me che ancora non si sente arrivata e che continua a stringere i pugni in tasca come tu facevi da adolescente, è un compito arduo. Ma per te ci proverò!

Il talento nasce con noi, non si trova appeso agli alberi, non si improvvisa, è una grossa responsabilità. Non basta averlo per diventare qualcuno, bisogna impegnarsi, affinarlo, studiare e avere un’irriducibile vocazione al sacrificio.

Il mondo è nemico del talento, preferisce la mediocrità e la facile manipolazione dell’individuo; teme le idee e i cambiamenti. Chi ha talento si prepari, quindi, a essere il famoso “genio incompreso”. Tenacia, volontà, mai farsi prendere, se possibile, dalla depressione, andare avanti a testa alta e per concludere un piccolo consiglio: la postura è importantissima!

Mai curvare le spalle, proporsi diritti, determinati e se anche qualcosa dentro rode, non darlo mai a vedere. Naturalmente lavorare su se stessi al fine di cancellare ogni frustrazione e desiderare fortemente di imporsi.

Prefazione al libro “Dovresti tornare a guidare il camion Elvis”.Puntare sul proprio talento quando tutto sembra non funzionare
di Donatella Rettore

Se ritieni de avere talento,  se sei un “genio incompreso”, se hai voglia di lavorare su te stesso e metterti in gioco allora prenota il tuo posto per la presentazione del percorso “Groundwork for Profit HUB Edition” del 23 marzo alle 20:30 all’HUB… vieni e senti!

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Ci sono dei luoghi in cui, per un certo periodo, fioriscono i geni, in seguito torna la mediocrità. Atene fra il 450 e il 350 ospitava figure come Socrate, Platone e Aristotele, poi nulla. L’Italia ha avuto lo splendore del Rinascimento, poi le occupazioni straniere e la decadenza. Alla fine del secolo a Vienna c’erano Freud, Klimt, Mahler poi il deserto. In Francia negli anni Sessanta e Settanta Sartre, Simon de Beauvoir, Lévi-Strauss, Barthes. Oggi non c’e più nessuno come loro. In tutta Europa la cultura sembra avvizzita.

Perché? Perché non nascono più persone di genio oppure perché il nuovo ambiente non le aiuta a crescere, ad affermarsi, ma le ostacola e valorizza altri tipi di personaggi? Io credo che sia questa la vera causa. Quand’è che fioriscono i geni? Quando la società ha slancio, ottimismo, fame di futuro e quindi di persone competenti e geniali. Come in Italia nel dopoguerra, quando tutti volevano lasciarsi alle spalle la miseria e creare prosperità. Ed erano pronti a lavorare duramente, a prodigarsi. Gli operai lottavano per diventare piccoli imprenditori, gli studenti facevano a gara per sapere di più. I più bravi erano subito richiesti dalle imprese. In una piccola città come Pavia gli studenti universitari più brillanti erano conosciuti da tutti e ricercati dalle ragazze.

Poi è venuta la globalizzazione e una crisi dei sentimenti morali collettivi. Abbiamo una popolazione invecchiata, una economia stagnante, una scuola scadente, una università satellite di quelle anglosassoni, con studenti che non hanno più la passione del sapere. Fra cui si è radicato il devastante convincimento che chi fa bene, chi si prodiga, chi lavora duramente, chi merita, non verrà ricompensato, non avrà successo. Mentre riuscirà chi è spregiudicato, chi appare in televisione, chi trova protezioni politiche.

Si è diffusa l’idea che siamo in una «società liquida» in cui non conta ciò che hai fatto, non valgono la lealtà, la parola data. Cosa non vera perché se non resistessero questi valori la società smetterebbe di funzionare. E anche nel lavoro vediamo che i giovani preparati, pronti a lavorare e ad adattarsi, lo trovano. Ma con più fatica. Come fa più fatica chi ha grandi doti e si trova in un ambiente culturale che non lo aiuta e non lo capisce. Per riuscire deve avere una grande fede, un grande ideale e una fiducia di fondo nella natura umana per vincere ogni giorno la sfiducia, il cinismo, l’indifferenza di chi lo circonda.

Francesco Alberoni
18 ottobre 2010

(http://www.corriere.it/editoriali/alberoni/10_ottobre_18/alberoni_1092c244-da7c-11df-b6f8-00144f02aabc.shtml)

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…dice un giovane all’inizio del video presentato dalla Conferenza Episcopale Spagnola (CEE) come parte della campagna “ti prometto una vita appassionante”, volta a reperire preti spagnoli.

Se vuoi un posto fisso fatti suora o prete!

La chiesa spagnola è una realtà più solida e seria di quell’associazione di panificatori italiani che prima lamentò l’assenza di braccia disposte a mettere il pane in  forno e poi ha offerto a chi si presentava dei corsi a pagamento invece dei posti di lavoro che lamentava di non poter coprire.

C’è chi il posto fisso ce l’ha. La precarietà sembra, infatti,  solo sfiorare i giovani stranieri che sono inquadrati con contratti più stabili rispetto ai propri coetanei italiani,  lavorano di più ma sono pagati di meno. Sono disposti a lavorare in orari più disagiati (specie di sera), svolgono mansioni non adeguate al proprio titolo di studio (sono cioè sottoinquadrati), sono in prevalenza operai, e se disoccupati trovano lavoro prima.

C’è chi invece è felice di non avere il posto fisso perché “sarebbe una tragedia”, Luca Nicotra è l’anti-bamboccione che dà ragione al premier Monti che qualche giorno fa ha definito “noioso” il posto fisso. Friulano, 29 anni, vive a Pisa da 10 anni: laureato in Informatica e dottorando, durante gli studi si è dedicato a vari lavori, dall’esperto di computer a docente a contratto.  “Preferisco affermarmi continuamente, amo la sfida, mi piace costruire qualcosa di nuovo. E i giovani dovrebbero muoversi in questa direzione, credo, non farsi schiacciare da questa società gerontocratica”, sostiene il giovane precario. E per la sua disponibilità a ‘mettersi in gioco’ è finito sulla prima pagina dell’Herald Tribune, l’edizione internazionale del New York Times (foto), che l’ha incoronato ‘icona dell’altro italiano’.

E ha un sogno nel cassetto, quello di “dare dinamismo sociale a questa mia Italia. Anche con la democrazia elettronica, quella di Internet, che unisce e non divide. In Inghilterra Internet produce il 7% della ricchezza ed è in espansione. Qui da noi solo il 3% e ci sono piccole imprese costrette a chiudere solo perché nel nostro paese c’è troppa burocrazia. Bisogna cambiare se si vuole veramente una flessibilità giusta. Liberalizzazioni prima di tutto. Ma non solo in un senso, da ogni parte, non avendo paura di pestare i piedi a qualcuno”.

Io – Mauro Fontana – non ho mai rincorso il posto fisso, ho provato solo due volte e sono scappato a gambe levate, oggi (16 marzo) compio 51 anni (vecchio?) e da più di trenta è il posto fisso che rincorre me. Certo la strada è sempre in salita ma quanto sarebbe piatta la vita senza una sfida quotidiana?

“La nostra vita è un’opera d’arte – che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no. Per viverla come esige l’arte della vita dobbiamo – come ogni artista, quale che sia la sua arte – porci delle sfide difficili (almeno nel momento in cui ce le poniamo) da contrastare a distanza ravvicinata; dobbiamo scegliere obiettivi che siano (almeno nel momento in cui li scegliamo) ben oltre la nostra portata, e standard di eccellenza irritanti per il loro modo ostinato di stare (almeno per quanto si è visto fino allora) ben al di là di ciò che abbiamo saputo fare o che avremmo la capacità di fare. Dobbiamo tentare l’impossibile. E possiamo solo sperare – senza poterci basare su previsioni affidabili e tanto meno certe – di riuscire prima o poi, con uno sforzo lungo e lancinante, a eguagliare quegli standard e a raggiungere quegli obiettivi, dimostrandoci così all’altezza della sfida.” (Zygmunt Bauman)

Se hai letto fino alla fine allora “immagina, puoi!” con G4P HUB Edition puoi trovare la tua strada focalizzare e realizzare il tuo sogno nel cassetto. Oggi fammi un regalo: prenota il tuo posto per la presentazione del 23 marzo alle 20:30 all’HUB… vieni e senti!

(questo post tratto da articoli pescati nella rete)

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Indicazioni Trattamento di episodi di annebbiamento della vista, disorientamento, panico con o senza agorafobia, ansia sociale, stress post-licenziamento, mancanza di volontà, paura del futuro e carenza di fiducia.

Controindicazioni Ipersensibilità al lavoro singolo e di gruppo, al successo individuale e di gruppo. Ipersensibilità al denaro.

Effetti sulle capacità individuali L’esperienza ha dimostrato il miglioramento delle funzioni cognitive o psicomotorie.

Effetti indesiderati Alcune delle reazioni avverse possono eliminare il non agire in alcun modo, inteso come un non fare totale, cioè il mettersi sul letto/divano/poltrona e lentamente chiudere gli occhi e addormentarsi senza alcun interesse verso il prossimo e tutti gli altri ovvero utilizzare Facebook per tormentare gli amici, lasciare commenti idioti sulle foto degli amici e invitandoli a partecipare alle gare, test e quiz più assurdi.

Sovradosaggio Appare evidente un ampio margine di sicurezza. Nell’esperienza di sovradosaggio sono stati riportati casi di successo, lungimiranza, proattività, sicurezza, visione chiara del futuro, ottimismo. L’individuo ha tendenza ad abbattere muri ed ostacoli e per questo deve essere adeguatamente sorvegliato.

NOTA IMPORTANTECoadiuvante del trattamento e consolidante degli effetti si è dimostrato G4P HUB edition preso a dosi settimanali dopo i pasti serali per 13 volte.

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BEHUB for G4P

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