…dice un giovane all’inizio del video presentato dalla Conferenza Episcopale Spagnola (CEE) come parte della campagna “ti prometto una vita appassionante”, volta a reperire preti spagnoli.
Se vuoi un posto fisso fatti suora o prete!
La chiesa spagnola è una realtà più solida e seria di quell’associazione di panificatori italiani che prima lamentò l’assenza di braccia disposte a mettere il pane in forno e poi ha offerto a chi si presentava dei corsi a pagamento invece dei posti di lavoro che lamentava di non poter coprire.
C’è chi il posto fisso ce l’ha. La precarietà sembra, infatti, solo sfiorare i giovani stranieri che sono inquadrati con contratti più stabili rispetto ai propri coetanei italiani, lavorano di più ma sono pagati di meno. Sono disposti a lavorare in orari più disagiati (specie di sera), svolgono mansioni non adeguate al proprio titolo di studio (sono cioè sottoinquadrati), sono in prevalenza operai, e se disoccupati trovano lavoro prima.
C’è chi invece è felice di non avere il posto fisso perché “sarebbe una tragedia”, Luca Nicotra è l’anti-bamboccione che dà ragione al premier Monti che qualche giorno fa ha definito “noioso” il posto fisso. Friulano, 29 anni, vive a Pisa da 10 anni: laureato in Informatica e dottorando, durante gli studi si è dedicato a vari lavori, dall’esperto di computer a docente a contratto. “Preferisco affermarmi continuamente, amo la sfida, mi piace costruire qualcosa di nuovo. E i giovani dovrebbero muoversi in questa direzione, credo, non farsi schiacciare da questa società gerontocratica”, sostiene il giovane precario. E per la sua disponibilità a ‘mettersi in gioco’ è finito sulla prima pagina dell’Herald Tribune, l’edizione internazionale del New York Times (foto), che l’ha incoronato ‘icona dell’altro italiano’.
E ha un sogno nel cassetto, quello di “dare dinamismo sociale a questa mia Italia. Anche con la democrazia elettronica, quella di Internet, che unisce e non divide. In Inghilterra Internet produce il 7% della ricchezza ed è in espansione. Qui da noi solo il 3% e ci sono piccole imprese costrette a chiudere solo perché nel nostro paese c’è troppa burocrazia. Bisogna cambiare se si vuole veramente una flessibilità giusta. Liberalizzazioni prima di tutto. Ma non solo in un senso, da ogni parte, non avendo paura di pestare i piedi a qualcuno”.
Io – Mauro Fontana – non ho mai rincorso il posto fisso, ho provato solo due volte e sono scappato a gambe levate, oggi (16 marzo) compio 51 anni (vecchio?) e da più di trenta è il posto fisso che rincorre me. Certo la strada è sempre in salita ma quanto sarebbe piatta la vita senza una sfida quotidiana?
“La nostra vita è un’opera d’arte – che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no. Per viverla come esige l’arte della vita dobbiamo – come ogni artista, quale che sia la sua arte – porci delle sfide difficili (almeno nel momento in cui ce le poniamo) da contrastare a distanza ravvicinata; dobbiamo scegliere obiettivi che siano (almeno nel momento in cui li scegliamo) ben oltre la nostra portata, e standard di eccellenza irritanti per il loro modo ostinato di stare (almeno per quanto si è visto fino allora) ben al di là di ciò che abbiamo saputo fare o che avremmo la capacità di fare. Dobbiamo tentare l’impossibile. E possiamo solo sperare – senza poterci basare su previsioni affidabili e tanto meno certe – di riuscire prima o poi, con uno sforzo lungo e lancinante, a eguagliare quegli standard e a raggiungere quegli obiettivi, dimostrandoci così all’altezza della sfida.” (Zygmunt Bauman)
Se hai letto fino alla fine allora “immagina, puoi!” con G4P HUB Edition puoi trovare la tua strada focalizzare e realizzare il tuo sogno nel cassetto. Oggi fammi un regalo: prenota il tuo posto per la presentazione del 23 marzo alle 20:30 all’HUB… vieni e senti!
(questo post tratto da articoli pescati nella rete)
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